E-Commerce in Italia tra luci ed ombre

Dati piuttosto interessanti quelli emersi dalla ricerca annuale 2015 edita dalla Casaleggio Associati “E-commerce in Italia 2015” che vanno, sostanzialmente, nella direzione di confermare un trend ancora crescita.

Dal 2004 al 2012 il fatturato del commercio elettronico nel nostro paese ha conosciuto un incremento medio del 39% annuo e, osservando le serie storiche, il 2013 è l'anno che ha registrato la crescita più bassa (6%) seguito dal 2014 nel quale si è registrato un incremento dell’8% con un fatturato di circa 24,2 miliardi di euro.

Un trend di crescita certamente inferiore rispetto agli anni del boom del decennio precedente nei quali la percentuale d'incremento era caratterizzata costantemente da valori a doppia cifra.

A prescindere, tuttavia, dal tasso di crescita, a nostro avviso, il problema Italiano nasce in primis, dalla comparazione con gli altri mercati avanzati, soprattutto, con quelli dei nostri 'partner' Europei, principalmente Inghilterra, Germania e Francia, paesi nei quali si registra la maggior presenza di store online dei circa 700mila negozi di e-Commerce europei tanto da permettere, a questi ultimi, delle economie di scala che stanno consentendo un'espansione anche in altri mercati (tra cui quello italiano!). Dati alla mano, quindi, questi ultimi sono caratterizzati da un Know-how più avanzato e, in generale, da una struttura più solida dell'intero sistema macroeconomico relativo al commercio online.

Tornando ai dati, basti pensare che il valore dell’e-commerce in Italia è pari a circa un decimo di quello britannico.
Da ciò possiamo ben comprendere, come l’Italia abbia ancora molto lavoro da fare per non rimanere indietro rispetto agli altri Paesi avanzati che, invece, puntano da anni alla penetrazione in altri mercati per estendere il proprio raggio di azione. Penetrazione che, invece, sta riuscendo a pochissime delle aziende italiane, nonostante un regime di cambi favorevoli ed il costo del petrolio ai minimi storici.

Tornando ai dati della ricerca, emergono come i veri protagonisti della crescita sono i grandi colossi internazionali. I cosiddetti “marketplace” in Italia hanno incrementato la loro crescita del 55% nel 2014. Una crescita così sostenuta in realtà, non è esclusivamente tipica del mercato italiano che, tuttavia, resta sicuramente un mercato appetibile con i suoi 40 milioni di internauti.

Tutti i mercati avanzati ci mostrano comesiti come Ebay o Amazon siano i veri protagonisti del commercio elettronico e le prospettive per il futuro, per costoro, sono davvero molto promettenti.

Le cause di questo successo sono molteplici. In primis, troviamo la possibilità per gli esercenti di vendere all’estero i propri prodotti con maggiore facilità e sicurezza rispetto al passato, trend, comunque, poco sfruttato dalle aziende italiane delle quali solo il 33% ha deciso di vendere i propri prodotti tramite marketplace.

Trai settori che, al contrario, risentono maggiormente dell’affermazione di questi luoghi di vendita online troviamo l’elettronica di consumo (-4%) e l’editoria tradizionale che, tuttavia, riesce ancora a mantenere un trend positivo grazie agli e-book.

I settori che risultano dominanti e trainanti per il commercio elettronico nostrano rimangono il tempo libero, il turismo e la moda che, tuttavia, nonostante l’importante crescita (+4%), rimane ancora su un modesto 6% del settore retail nel suo complesso.

Un elemento assolutamente centrale risulta il ruolo del Mobile che sta emergendo come il protagonista assoluto della vendita online in tutti i mercati avanzati.

La percentuale del fatturato via smartphone o tablet è in sostanziale crescita rispetto agli anni precedenti. Gli esercenti hanno dichiarato, infatti, che il mobile ha generato, nell'anno precedente, il 13% sul totale dei ricavi derivanti dalla vendita online, ovvero, circa 2 miliardi di euro.

L’incremento è sicuramente derivato da maggiori investimenti da parte delle aziende che hanno compreso l’importanza del settore e hanno optato per la creazione di app personalizzate o di siti web di tipo responsive.

Dati alla mano, il futuro per un'ottima commercializzazione online dovrà tener conto prioritariamente dell'importanza dell'universo mobile.

Per quanto riguarda l'argomento budget speso in pubblicità per la promozione degli store di e-commerce, lo strumento più utilizzato risulta essere il keyword advertising (seo e pay per clic) che ricopre mediamente il 29% delle risorse disponibili.

Un leggero decremento si è avuto sugli investimenti dei social media che godono del 12% del budget contro il 15% del 2013. Malgrado ciò, Facebook pare essere comunque uno strumento molto importante per le aziende che vendono online. Ben il 68% delle aziende, infatti, lo giudica utile ai fini di crescita del fatturato ed è secondo solo a You Tube.

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E-commerce