Google RankBrain: l'intelligenza artificiale sta cambiando la ricerca sul web

Vogliamo iniziare la nostra riflessione con un dato statistico che, riteniamo, possa costituire un prezioso spunto di riflessione per tutti coloro che, a vario titolo, si occupano di ricerca sul web: il 15% delle ricerche che vengono, quotidianamente, effettuate su Google, non sono mai state eseguite in precedenza da alcun utente (per chi volesse approfondire, segnaliamo un articolo di Bloomberg la nota multinazionale operante nel settore dei media).
Si tratta prettamente di ricerche legate a frasi articolate e complesse (cosiddette ricerche long tail o, a coda lunga) che hanno l'obiettivo di trovare dati precisi e puntuali su persone, cose ed eventi.

Come avrete intuito, tale percentuale è tutt'altro che irrilevante considerando che, ogni giorno, il numero complessivo delle ricerche eseguite su Google supera i 3 miliardi! Vista sotto quest'ottica, perciò, una percentuale del 15% si traduce in circa 450 milioni di ricerche quotidiane che il motore, figlio della coppia Page / Brin, non riesce perfettamente a gestire proprio a causa del fatto che non sono mai stata digitate, in precedenza, all'interno del suo form.

A partire da questi dati, il gigante californiano ha cominciato a sperimentare, da circa un anno, l'applicazione di un nuovo strumento di intelligenza artificiale denominato 'Google RankBrain', destinato a cambiare la qualità complessiva delle ricerche online lavorando sull'ottimizzazione di quelle ricerche complesse che, sinora, hanno creato un po' di problemi di interpretazione ai suoi algoritmi di ricerca non dotati, sinora, di capacità di apprendimento.

E' già da un po', infatti, che il colosso della ricerca online (analogamente, comunque, a quanto stanno facendo anche altri colossi quali Facebook o Microsoft) sta investendo tempo e risorse in tutto ciò che riguarda il 'machine learning' e le tecnologie di intelligenza artificiale ed il RankBrain, lanciato da pochi mesi, va proprio in questa direzione con l'obiettivo di offrire una migliore esperienza di ricerca agli utenti di tutto il mondo utilizzando un sistema di auto-apprendimento che promette di rispondere, in modo migliore, agli utenti simulando meglio le logiche di ricerca tipiche del cervello umano.

Greg Corrado, ricercatore scientifico senior della società, spiega che Google ha voluto focalizzare l'attenzione sul ruolo che poteva rivestire l'Intelligenza Artificiale in un settore legato al reperimento di informazioni sul Web. In breve, se sottoponiamo a RankBrain una frase non “familiare”, i suoi algoritmi cercheranno di rintracciare parole o frasi che possano avere un significato simile e le sfrutteranno per riprodurre risultati potenzialmente più attinenti alle ricerche eseguite dall'utente.
RankBrain è destinato, perciò, a migliorare in modo significativo la pertinenza delle SERP (ovvero, le pagine dei risultati restituite dal motore di ricerca) per tutte quelle query non utilizzate in precedenza, fornendo un servizio più 'intelligente' che sarà in grado, riuscendo a processare e ad interpretare meglio le richieste, di soddisfare con maggiore efficacia le esigenze di ricerca dei navigatori.

Google stesso, nelle parole del ricercatore Greg Corrado, ha ufficialmente affermato che il RankBrain si colloca, ormai, al terzo posto, in termini di importanza, relativamene ai numerosi fattori di ranking implementati dagli algoritmi di posizionamento.
Si tratta, perciò, senza alcun dubbio di una introduzione destinata ad impattare in modo significativo sia sugli utenti, sia su tutti i professionisti e le web agency che, quotidiamente, lavorano cercando di interpretare al meglio le complicate logiche algoritmiche sottostanti la ricerca sul web.

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