Facebook e Confindustria organizzano il 1° Forum sull'Economia Digitale italiana

Il recente forum organizzato da Facebook e Confindustria giovani è stata un'occasione per raccontare i migliori esempi di digitalizzazione e per evidenziare alcuni elementi dai quali partire per favorire i processi di efficentamento digitale nel nostro Paese. Un contenitore, quindi, di eccellenze e buoni propositi che, tuttavia, ha voluto mettere anche in luce come il sistema non tenda a dare una mano a tutte quelle realtà che stanno tendando di avviare con fatica il passaggio verso il mondo digitale.

Trasformare l’economia tradizionale in economia digitale significa portare l’industria italiana (ma anche il mondo dei servizi) nel futuro innovando processi produttivi e creando nuovi elementi di competività e grandi opportunità di crescita.

Il 14 luglio scorso i Giovani Imprenditori di Confindustria e Facebook Italia hanno organizzano assieme, al MiCo (centro congressi di Milano), il primo Forum dell’Economia Digitale (FED) strutturandolo come un grande evento finalizzato a mettere in luce la rivoluzione digitale che sta cambiando, in modo irreversibile, non solo il modo di fare impresa, ma anche il modo di essere cittadini, lavoratori e consumatori.

In questa occasione di dibattito, si è cercato di individuare i problemi strutturali e culturali che impediscono all’Italia di crescere e di rispondere in maniera positiva ed ottimistica alla domanda su cosa ci aspetti nel prossimo futuro.

I costi del ritardo della digitalizzazione in Italia è identificabile in circa 2 punti di PIL corrispondenti ad un saldo negativo di oltre 700 mila posti di lavoro e 25 miliardi di euro di mancati investimenti annuali, molto lontani dai tassi di crescita digitale degli altri paesi dell'UE (in media circa 2 volte superiori) e degli degli Stati Uniti (3 volte superiori).

Se si parte dai dati, quindi, si rimane sconcertati: il 28% degli italiani non ha mai usato Internet; siamo penultimi nella crescita digitale; al 24° posto su 28 in termini di competenze digitali; ultimi in termini di utilizzo degli strumenti online per quanto riguarda transazioni, interazioni e lettura delle notizie; solo il 6,5% delle piccole e medie imprese vende online contro una media europea del 16%.

Il country manager di Facebook Italia Luca Colombo, ha commentato che, per stimolare la crescita economica e culturale del nostro Paese, occorre necessariamente intervenire sul miglioramento delle infrastrutture tecnologiche.

Dal forum, inoltre, sono emersi ulteriori dati che forniscono interessanti spunti di riflessione: 1,2 miliardi sono le connessioni con pagine gestite dalle piccole e medie imprese che investono in Facebook advertising; oltre 18 milioni, gli italiani accedono al web da smartphone per quasi due ore al giorno; 900 mila sono i posti di lavoro vacanti per mancanza di skill digitali.

Il convegno è stato sicuramente un buon tentativo per fare il punto sulla situazione. Tuttavia, ha costituito più una spinta ideale a prendere coscienza dei problemi che un'occasione di individuazione di un reale e fattivo percorso di cambiamento e di miglioramento. Ci auguriamo, quindi, che, ben presto, queste spinte culturali si possano tradurre in atti e azioni concrete che sappiano traghettare imprese, enti e cittadini in un migliore e più efficiente utilizzo corale degli strumenti e delle infrastrutture digitali così da riuscire a recuperare il gap con gli altri paesi più avanzati e dare una spinta propulsiva ad una economia da troppo tempo stagnante e, sotto tanti aspetti, recessiva.  

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