Social Media Manager, professione in crisi?

Negli ultimi anni abbiamo assistito, in seguito alla diffusione mondiale dei grandi social network, alla nascita di una particolare area del Marketing denominata "Social Media Marketing".

Diretta conseguenza di questa silenziosa ma epocale rivoluzione è stata quella di portare ogni azienda e, più in generale, ogni realtà per la quale è importante la comunicazione verso l'esterno, a confrontarsi con nuove modalità e nuovi strumenti di diffusione dell'informazione a prescindere dalle proprie dimensioni o dal target geografico di riferimento.

Recentemente, però, le statistiche di un noto portale internazionale di incontro tra domanda e offerta di lavoro (Indeed.com) hanno diffuso un dato che ha lasciato, in molti, più che perplessi: la riduzione del 50% delle richieste della figura professionale del "Social Media Manager".
Le motivazioni di un simile trend, a nostro avviso, vanno ricercate nel fatto che, come per ogni nuovo fenomeno diffusosi rapidamente su larga scala, il mondo aziendale non ha avuto la prontezza di comprendere appieno le potenzialità ed un corretto utilizzo dei nuovi mezzi messi a sua disposizione. Questo ha provocato, spesso, un maldestro utilizzo delle figure professionali ricercate con l'inevitabile conseguenza di condurre un numero considerevole di imprenditori a guardare con scetticismo coloro che si qualifichino con la sintetica definizione di "Social Media Manager".

Molte imprese, infatti, non hanno compreso in passato (e molte, purtroppo, continuano a non comprenderlo nemmeno oggi) il ruolo strategico di questo nuovo fronte del Marketing facendone un'isola separata nel contesto dell'organizzazione aziendale. Questa sottovalutazione del fenomeno unita all'incapacità di una migliore visione strategica d'insieme, ha fatto si che il "Social Media Manager" venisse spesso utilizzato solo per poche ore alla settimana e senza una reale integrazione all'interno dei processi e delle preesistenti strategie di comunicazione aziendale.
Non ottenendo buoni risultati da questo approccio parziale ed impacciato, gran parte delle aziende (soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni), invece di mettere in discussione il proprio modus operandi, hanno ritenuto che la figura professionale in questione risultasse poco utile per migliorare la propria presenza sul mercato. A portare, a nostro avviso, ulteriore confusione e disorientamento, si sono poi aggiunti alcuni analisti di settore che suggeriscono un approccio al social marketing pervasivo e diffuso all'interno dell'organico aziendale che eviti di incentrare la gestione dei canali di social marketing su una singola figura professionale o su un singolo team di social media specialist.

La nostra opinione prende le mosse dall'analisi di tutte quelle realtà che, al contrario, hanno usato utilmente sin dall'inizio i nuovi canali di comunicazione comprese quel 61% di company statunitensi che, ad oggi, utilizzano i social media per fare marketing o per creare occasioni lavorative o quelle aziende che hanno tratto un enorme beneficio dall'integrare sistemi di "social selling" come, ad esempio, la IBM che ha visto un picco di vendite del 400% dopo aver implementato un programma di social marketing.

Chi, ad oggi, pensa che alla propria azienda serva semplicemente una persona che spenda il proprio tempo lavorativo creando #hashtag su Twitter o post su Facebook, continua a non comprendere le profonde mutazioni in atto e le nuove esigenze dei consumatori il cui numero o la cui soddisfazione non aumenta di certo all'aumentare del numero di fan (spesso, addirittura, acquistati, o ottenuti su richiesta o, ancor peggio, acquisiti quale "scambio di favori"!).
Il Social Marketing è, e deve essere, tutt'altra cosa e non si può ridurre alla creazione di "post" sui social network. L'attività di un Social Media Manager, soprattutto in realtà complesse, può superare facilmente le 50 ore settimanali e, per essere ben finalizzata, richiede una perfetta condivisione, da parte del professionista o del team di professionisti incaricati, degli obiettivi di business aziendali oltre che la compenetrazione del loro operato in tutti i livelli dell'organizzazione aziendale. E' necessario, in altre parole, che chi si occupa di veicolare il brand, l'immagine e la comunicazione sui canali social, si confronti costantemente con la direzione aziendale e le politiche generali di quest’ultima al fine di farsi portavoce proattivo dell'intera organizzazione all'unico scopo di favorire il raggiungimento degli obiettivi prefissati sia in ambito comunicativo che in quello prettamente commerciale.

Da parte nostra, non possiamo quindi che auguraci la diffusione di un approccio sempre più oculato, saggio e lungimirante delle nostre aziende al complesso mondo del social web marketing.

 

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Social Network