Cosa cambia con Google Discover: impatto rivoluzionario su SEO e ricerche degli utenti

Si chiama Google Discover il nuovo servizio della casa di Moutain View presentato in occasione del ventesimo compleanno del colosso americano integrato in Google Assistant e, oggi, implementato di default nella home page delle versioni mobile del motore di ricerca.

La funzione è nuova solo in parte: non è altro che l'evoluzione di Google Feed ed è in grado di generare notizie personalizzate in linea con gli interessi di chi naviga sullo smartphone. Una mossa, quella del colosso americano, che sfrutta le potenzialità dell'intelligenza artificiale e che ha come obiettivo l'ampliamento del proprio ventaglio di strumenti digitali e la customizzazione dell'esperienza sul browser dei suoi milioni di utenti.

Per usufrire della nuova funzionalità l'utente, una volta aperta l'app Google, potrà accedere ad una serie di informazioni – immagini, foto, testi - generate automaticamente sulla base dei propri interessi, effettivi e potenziali.

Cos'è Google Discover?

Nella pratica il sistema memorizza le ricerche Google dell'utente, gli spostamenti geolocalizzati, i comandi vocali e quelli impartiti all'Assistente Vocale per poi generare – attraverso un processo algoritmico - un elenco di notizie a cui l'utente risulta potenzialmente interessato.

Ma l'algoritmo non è il solo a stabilire quali contenuti mostrare sulla schermata di Google Discover: l'utente può infatti interagire con la piattaforma e personalizzare la propria ricerca. Tutto ciò che deve fare è:

  • aprire l'app di Google o effettuare uno swipe verso destra dalla home del proprio smartphone;
  • fare un click sui i tre pallini posizionati in alto, a destra della barra di ricerca, e aprire il menu a tendina;
  • selezionare “Personalizza Discover” dove è possibile aggiungere i vari argomenti su cui si intende essere aggiornati.

Per essere inclusi nella home di Discover non saranno necessari tags o dati strutturati, Google stabilirà il ranking dei contenuti indicizzando le pagine che rispettano le norme relative ai contenuti di Google News e valutando – grazie all'algoritmo - la loro qualità e l'affinità fra le ricerche dell'utente e i suoi interessi.

Per ottimizzare le performance dei propri contenuti sarà necessario che questi siano interessanti ed è assolutamente importante (come indicato direttamente da Google) utilizzare immagini di alta qualità (di dimensioni pari ad almeno 1.200px di larghezza).

Il nuovo prodotto firmato Google si aggiorna, quindi, nella forma (cambiando nome e interfaccia) e nel contenuto, mantenendo immutata la volontà di fornire una serie di informazioni il più possibile aggiornate e vicine all'utente con l'obiettivo di diventare uno strumento imprescindibile e d'uso quotidiano per milioni di utenti.

Google Discover e l'impatto sulla SEO

Per i siti web che registrino un numero di impression elevato, sarà possibile visionare, direttamente dal pannello “Performance” di Google Search Console, i dati segmentati provenienti dalla fonte di traffico “Discover” che, quindi, viene trattata da Google in modo distinto dalle fonti di ricerca assimilandola ad un nuovo referral.

Quello che è stato notato è che, soprattutto per i grandi siti dal taglio editoriale che pubblicano periodicamente e frequentemente notizie e nuovi contenuti, i volumi di traffico provenienti da Discover si avvicinano, a volte, a quasi un quarto delle visite totali ed i tassi di CTR (click trought rate: rapporto fa clic e visualizzazioni) sono davvero elevatissimi e, mediante, superiori alle due cifre.

Considerando che si tratta di traffico proveniente per la maggior parte da dispositivi mobili (smartphone, in particolare), non possiamo evitare che riconoscere che Discover ha effettivamente aperto una nuova via per le attività di ottimizzazione SEO onsite permettendo di rintracciare contenuti di interesse per visitatori altamente profilati ancor prima che questi eseguano una ricerca attiva.

Precisiamo che, alla base dell'apparentemente semplice funzionamento di Discover, ci sono tutti i raffinati meccanismi di Google legati ai suoi sempre più performanti algoritmi di intelligenza artificiale e di deep learning che raccolgono ed elaborano numerosi segnali ed imput forniti dall'utente al fine di costruire, in tempo reale, un feed personalizzato cucito sugli interessi e le propensioni manifestate dal singolo navigatore nel corso delle sue interazioni con i contenuti della Rete.

Google, inoltre, continua ad imparare e a raffinare le sue risposte ai potenziali interessi degli utenti elaborando anche le interazioni di questi ultimi con i contenuti proposti da Discover, dal momento che il navigatore può segnalare le proprie preferenze e gli argomenti che non rientrano, al contrario, trai suoi interessi.

Chiunque operi nell'ambito dell'ottimizzazione per motori di ricerca ha capito, sin da subito, che si tratta di qualcosa di estremanente più impattante rispetto ad un semplice aggiornamento di un algoritmo di ricerca.
La diffusione massiva di questo nuovo stile di interazione con gli utenti potrebbe, addirittura, nel medio periodo, a ridimensionare drasticamente la “search” come oggi la intendiamo. Potremmo, infatti, passare da attività di ottimizzazione di testi e keyword, ad attività di ottimizzazione per gli intenti di ricerca dell'utente tramite l'elaborazione di contenuti arricchiti da immagini e/o contenuti multimediali di elevata qualità, che partano dall'individuazione degli interessi dei navigatori e lavorino su risposte che possano soddisfare appieno coloro che rientrino nella nostra target audience.

Precisiamo che non ci sono particolari attività che possono essere compiute affinchè le nostre notizie possano comparire su Google Discover. Evidenziamo, tuttavia, alcuni fattori che non vanno assolutamente trascurati:

  1. produrre, con una certa frequenza e periodicità, materiale di interesse per i nostri lettori corredato da contenuti visivi di qualità (video, audio, contenuti multimediali ed immagini grandi di larghezza almeno pari a 1200px di larghezza);
  2. concedere l'autorizzazione a Google a mostrare le proprie immagini (tramite l'utilizzo di pagine web in formato AMP o la compilazione di una specifica form di segnalazione dedicata ai publisher);
  3. possedere i requisiti di inclusione in Google News;
  4. assicurasi di non aver problemi o limitazioni di indicizzazione da parte di googlebot.
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