Indice di Digitalizzazione: i lenti progressi dell'Italia digitale

La Commissione Europea ha recentemente pubblicato i risultati 2016 dell'Indice di Digitalizzazione dell'Economia e della Società (DESI) che aggrega i risultati della ricerca nelle 5 macro-aree principali del mondo digitale:

  • connettività: quanto è diffusa, veloce e conveniente la banda larga;
  • capitale umano e competenze digitali;
  • uso di internet: dalle operazioni bancarie, allo shopping, alla lettura di siti web di informazione;
  • integrazione della tecnologia digitale da parte delle aziende: ecommerce, fatture elettroniche, servizi cloud;
  • servizi pubblici digitali, ovvero, l'eGovernment.

L'Italia, pur in un contesto di crescita, si posiziona, solamente al 25° posto nella classifica dei 28 Stati membri dell'UE.

Pare evidente che, nell'ultimo anno, il nostro Bel Paese abbia fatto non molti progressi in relazione alla maggior parte degli indicatori, come la connettività, le competenze nell'uso della Rete e le risorse umane. I risultati migliori li abbiamo ottenuti nel commercio elettronico, pur non potendo considerarsi, nemmeno questi, sufficienti rispetto ai traguardi della media continentale. I progressi sicuramente ci sono, ma lenti.

L'Unione Europea, nel suo complesso, ha un punteggio di 0,52 su 1, in leggero miglioramento rispetto allo 0,5 dell'anno precedente. Tutti i paesi europei sembrano aver migliorato il loro punteggio.
In cima alla classifica rimangono la Danimarca, i Paesi Bassi, la Svezia e la Finlandia, mentre, i paesi che stanno crescendo pià rapidamente sono l'Estonia, la Germania, Malta, l'Austria e il Portogallo.

L'indice europeo è stato messo a confronto, per la prima volta, con alcuni parametri dei paesi in testa alla classifica di digitalizzazione mondiale, come Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud.

L'Italia presenta ancora significative debolezze nelle competenze di base e nella connettività.
Analizzando il profilo statistico del nostro paese, sembra che l'assenza di competenze digitali di base sia la ragione principale del basso tasso di adozione della banda larga. Il 37% della nostra popolazione non usa Internet regolarmente, mentre il restante 63% svolge, tramite il web, poche attività complesse.
I progressi sono ancora troppo lenti pur essendo passata, la copertura delle reti nelle famiglie, dal 36% nel 2014 al 44% nel 2015. Tutti dati che denotano il percorso poco fruttuoso compiuto, sinora, dalla nostrana "Agenda Digitale" caratterizzata da nobili scopi ma da una maldestra capacità di applicazione dei percorsi in essa individuati.

Analizziamo, ora, l'indice DESI area per area per avere un quadro più completo:

1. Connettività. L'Italia si colloca 27esima con un punteggio complessivo di 0,42. La banda larga è ampiamente disponibile, ma non quella veloce, la cui copertura varia a seconda del territorio. Più diffusa, invece, la banda larga mobile.

2. Capitale umano. Con un punteggio di 0,42, l'Italia si piazza al 24esimo posto tra i paesi dell'UE, nonostante i miglioramenti rispetto all'anno precedente (0,38).

3. Uso di Internet. Con uno 0,33, l'Italia registra una leggera diminuzione rispetto all'anno scorso. Gli italiano, infatti, sembrano utilizzare la rete con sfiducia quando hanno bisogno di effettuare transazioni online procedendo con lentezza nel processo di acquisizione di maggiore familiarità con lo shopping online.

4. Integrazione della tecnologia digitale. Questa sembra essere l'area in cui l'Italia registra i migliori progressi, collocandosi tra i venti migliori paesi dell'UE con un punteggio di 0,31.

5. Servizi pubblici digitali. In quest'ambito, invece, l’Italia si classifica al 17° posto con un punteggio di 0,54. Lo sviluppo dell'eGovernment risulta, infatti, parzialmente bloccato a motivo della mancata contribuzione sostanziale al miglioramento delle performance della pubblica amministrazione ed alla diffusione di informazioni rilevanti per i cittadini.

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Internet & Web Design
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